Lo scorso 27.3 la Giunta Ucpi, preso atto del silenzio serbato dal Ministro della Giustizia sulla richiesta di audizione di Ucpi conseguente alle proposte di modifica di alcune delle norme della Riforma Cartabia ritenute maggiormente lesive dei diritti di difesa e, contestualmente, preso atto che, oltre a non mettere mano alle riforme liberali solennemente annunciate in Parlamento, la politica giudiziaria portata avanti dal Governo nei primi mesi del suo insediamento si è connotata “per la spasmodica attenzione alle parole d’ordine del peggiore giustizialismo populista. Carcere, intercettazioni, e addirittura codice antimafia contro il grottesco spauracchio dei rave parties, ulteriore aggravamento del regime penitenziario del 41 bis e del regime delle ostatività; illusorie e propagandistiche moltiplicazioni iperboliche delle pene nei confronti di imprendibili trafficanti di esseri umani protetti e garantiti nelle lore patrie e nei confronti di scafisti indebitamente spacciati per trafficanti, indiscriminati accanimenti carcerari nei confronti di poche decine di detenute madri o in gravidanza per colpire quella parte di esse balzate agli onori della cronaca […]ha proclamato l’astensione al fine di avviare una forte campagna di mobilitazione della pubblica opinione volta a richiamare Governo e maggioranza parlamentare al rispetto degli impegni assunti di riforma della giustizia penale e dell’ordinamento giudiziario.

Immediatamente dopo la delibera il 29.3.2023 il Ministro Nordio ha avuto un incontro con il Presidente UCPI Caiazza informandolo che il Governo ha avviato un cronoprogramma delle più urgenti riforme della giustizia penale: entro giugno il Governo emanerà uno o più disegni di legge inerenti la revisione dei reati contro la PA, con particolare riferimento alla fattispecie dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze illecite; della prescrizione; delle misure cautelari, con particolare riferimento alla collegialità delle decisioni; delle impugnazioni delle sentenze di assoluzione; delle intercettazioni anche al fine di evitarne la pubblicazione indebita; nonché interventi in materia di criminalità minorile.

Quanto alla Riforma Cartabia e alle modifiche urgenti richieste è stata convocata una riunione il 4 aprile scorso in via Arenula nel corso della quale le criticità espresse con particolare riferimento al diritto all’impugnazione (ed in particolare a quella del mandato specifico ad impugnare) sono state audite dal Ministro.

La Giunta Ucpi lo scorso 14.4, ha comunque deciso di mantenere l’astensione essenzialmente perché, nonostante l’apprezzamento riconosciuto al Ministro per aver inaugurato un tavolo di confronto, ancora non vi sono esiti rassicuranti. Rimangono quindi due le ragioni a sostegno della mobilitazione. Da una parte quella del preoccupante ritardo nel concreto programma di riforme liberali della giustizia penale a fronte del quale invece sono state intraprese iniziative di segno securitario e carcerocentrico e, quindi, distanti dalla nostra idea di processo penale liberale. Dall’altra, pur essendo stato inaugurato un tavolo tecnico ad horas per attuare alcune modifiche dell’attuale assetto normativo, gli effettivi contenuti della auspicata riforma sono lontani dall’essere definiti.

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